In nessun luogo
a cura di Elena Castiglia
“In nessun luogo” è la prima mostra ospitata da Sottofondo studio e occasione per scoprire i nuovi lavori di Bernardo Tirabosco. Per la sua personale l’artista ha elaborato un progetto che si ispira al suo contatto quasi ossessivo con lo studio durante l’anno della pandemia. In una ricerca di rifugio fisico e mentale è emersa la necessità di controllare il proprio spazio, creare un ambiente sicuro, conoscerne ogni angolo. Si è mosso in una dimensione estremamente intima con le sale, diventandone parte e sentendo la necessità di ripensarle costantemente. Come il personaggio misterioso della Tana di Kafka – nel quale lo stesso artista si è in parte ritrovato – è come se avesse scoperto un po’ di sé nell’osservare il proprio ambiente, ma mai del tutto, sempre insoddisfatto, mai completamente al sicuro.
Il legame con la questione spaziale di confinamento ma anche di protezione ha portato l’artista a una decostruzione e ripensamento di elementi architettonici, attraverso un processo quasi scientifico di scoperta di nuovi media. L’utilizzo di varie cromie accese, di sfumature date dai suoi esperimenti sui materiali proiettano in una dimensione ludica ma allo stesso tempo fortemente simbolica. L’ingresso alla mostra porta subito a relazionarsi con i quadri della serie Sintesi (2020) che rimandano a un immaginario quasi botanico, cui fanno eco le piante che li intervallano. Una serie di elementi scultorei, poi, dal titolo In nessun luogo, permettono una rilettura dell’idea di spazio portata dall’artista, attraverso l’uso di un materiale inusuale come quello del sapone e di forme legate alla tradizione.
Completano infine il percorso drappi di tela dalle fantasie astratte che uniscono la pittura all’uso della cera come a voler creare una seconda pelle all’ambiente ma che si impongono come elementi autonomi ed evocativi.
Se da una parte l’aspetto di specificità del luogo è stato fondamentale per la nascita di questo processo, dall’altro – come suggerisce il titolo – l’artista ci proietta in una dimensione sconosciuta, che guarda al passato delle forme architettoniche e delle tecniche artistiche ma che non è collocabile in un luogo preciso.
Elena Castiglia
Diari di Studio novembre 2020
Tutto immobile, paralizzato.
Ormai anche della più remota stanza conosco ogni minimo dettaglio.
Pochi suoni, rumori quasi impercettibili scandiscono il trascorrere del tempo. Solitudine, faccia a faccia con se stessi.
Il lungo procrastinare di pensieri, quesiti, paure lasciati in sospeso è giunto al termine, necessitano di risposte.
Trovare una soluzione è l’unica via di scampo.
E subito dopo via!
uscire, uscire da qui!
E poi?
Fuori piove e sta per arrivare l’inverno.
A pensarci bene, non sono sicuro di aver fornito le dovute spiegazioni a tutto quanto. Sarà meglio rifletterci su ancora un po’.
Bernardo Tirabosco